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Maria, madre dei giovani

“Ricorri con grande confidenza alla nostra Mamma, la Madonna,
in ogni tuo bisogno e troverai in lei quanto ti farà d’aiuto sì di spirito, che temporali”

(san Luigi Scrosoppi)


MARIA: UN CUORE CHE PREGA


Nella vita della Madonna c’è un fatto che ha un’importanza fondamentale, perché è una realtà continua dello Spirito: la Madonna pregava, la Madonna impersona la preghiera della Chiesa, la preghiera della Sposa innamorata di Dio, la preghiera della Contemplativa che si perde nel Signore andando oltre ogni confine terreno e dilagando nell’eternità. La preghiera non è tanto un insieme di pratiche di pietà ma è una dimensione vitale dello spirito, è il respiro dell’anima, è il palpito del cuore. La continuità del respiro e del palpito esprime bene come il cristiano debba pregare: non fare la preghiera ma essere preghiera nella volontà di Dio.


Dal Vangelo di Marco 3,31-35

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.
Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».


Riflessione di don Tonino Bello

Sì, il Signore se l’è scelta proprio di là.
Oggi diremmo: dai rioni popolari, grevi di sudori e impregnati di stabbio. Dai quartieri bassi, dove i tuguri dei poveri, se rimangono ancora in piedi, è perché si appoggiano a vicenda.
Penso a certe periferie, dove le zanzare brulicano sulle pozzanghere della strada, e le mosche volteggiano sugli escrementi. O a certe zone del centro storico, imbandierate con i panni del bucato, dove vige il condominio degli stessi rumori e degli stessi silenzi.
Il Signore, Maria, l’ha scoperta lì. Nell’intreccio dei vicoli, profumati di minestre meridiane e allietati dal grido dei fruttivendoli. Tra le fanciulle che, dai pianerottoli colmi di gerani, parlavano d’amore. Nel cortile dove i vicini prolungavano nell’ultimo sbadiglio i racconti della sera, prima che si consumasse l’olio della lampada e risonasse il tintinnare dei chiavistelli e si sprangassero gli usci.
L’ha scoperta lì. Non lungo i corsi della capitale, ma in un villaggio di pecorai, sconosciuto nell’Antico Testamento, anzi, additato al pubblico sarcasmo dagli abitanti delle borgate vicine: «Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?».
L’ha scoperta lì, in mezzo alla gente comune, e se l’è fatta sua.
Maria non aveva particolari ascendenze dinastiche. L’araldica della sua famiglia non vantava stemmi nobiliari come Giuseppe. Lui, sì: benché si fosse ridotto a fare il carpentiere, era del casato illustre di Davide. Lei, invece, era una donna del popolo. Ne aveva assorbito la cultura e il linguaggio, i ritornelli delle canzoni e la segretezza del pianto, il costume del silenzio e le stigmate della povertà. Prima di diventare madre, Maria era, dunque, figlia del popolo. Apparteneva, anzi, all’anima più intima del popolo: agli anawim, alla schiera dei poveri. Al resto d’Israele, sopravvissuto allo sgretolamento delle tragedie nazionali. A quel nucleo residuale, cioè, che teneva vive le speranze dei profeti, nel quale si concentravano le promesse dei patriarchi, e da cui passava il filo rosso della fedeltà: «Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero; confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele». Così aveva profetato Sofonia.
Donna del popolo, Maria si mescola con i pellegrini che salgono al tempio e si accompagna alle loro salmodie. Nel Vangelo di Marco c’è una icona di incomparabile bellezza che delinea la natura, la vocazione e il destino popolare di Maria. Un giorno, mentre Gesù sta parlando alla folla che lo ascolta seduta in cerchio, arriva lei con alcuni parenti. A chi lo avverte della sua presenza, Gesù, girando tutto intorno lo sguardo e additando la folla, esclama: «Ecco mia madre...». A prima vista, potrebbe sembrare una scortesia. Invece, la risposta di Gesù, che identifica sua madre con la folla, è il monumento più splendido eretto a Maria, donna fatta popolo.


Preghiera

Santa Maria donna obbediente, tu che hai avuto la grazia di ‹‹camminare al cospetto di Dio››, fa’ che anche noi, come te, possiamo essere capaci di ‹‹cercare il suo volto››. Aiutaci a capire che solo nella sua volontà possiamo trovare la pace. E anche quando egli ci provoca a saltare nel buio per poterlo raggiungere, liberaci dalle vertigini del vuoto e donaci la certezza che chi obbedisce al Signore non si schianta al suolo, come in un pericoloso spettacolo senza rete, ma cade sempre nelle sue braccia.



MARIA: UN CUORE CHE ASCOLTA

Il Vangelo, dice la fedeltà di Maria alle prescrizioni della legge, che è certo un atto di culto e di preghiera, ma la preghiera come respiro della vita, come impegno permanente, sembra non apparire. Ma non è così. C’è un riferimento evangelico che ci permette di intravedere la ricchezza della preghiera di Maria ed è l’affermazione: “ Maria, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Si trattava dei misteri della vita di Gesù, delle cose che si dicevano e che accadevano riguardo al Figlio suo e la Madonna ascolta, è attenta ai segni, riflette, medita e contempla.
Anche noi, come lei, predisponiamo il nostro cuore all’ascolto della Parola.


Dal Vangelo di Luca  8, 19-21

In quel tempo andarono a trovare Gesù sua madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”.


Riflessione di Don Tonino Bello

Maria fu discepola e madre del verbo. Discepola, perché si mise in ascolto della Parola, e la conservò per sempre nel cuore. Madre, perché offrì il suo grembo alla Parola, e la custodì per nove mesi nello scrigno del corpo. Sant’Agostino osa dire che Maria fu più grande per aver accolto la Parola nel cuore, che per averla accolta nel grembo.
Accolse nel cuore. Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio; ma non si sentì per questa ridotta al silenzio. Offrì volentieri il terreno vergine del suo spirito alla germinazione del verbo; ma non si considerò espropriata di nulla. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore; ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima; ma non sentì la presenza come violazione di domicilio.
Accolse nel corpo. Sentì, cioè, il peso fisico di un altro essere che prendeva dimora nel suo grembo di madre. Adattò, quindi, i suoi ritmi a quelli dell’ospite. Modificò le sue abitudini, in funzione di un compito che non le alleggeriva certo la vita. Consacrò i suoi giorni alla gestazione di una creatura che non le avrebbe risparmiato preoccupazioni e fastidi. E poiché il frutto benedetto del seno suo era il verbo di Dio che si incarnava per la salvezza dell’umanità, capì di aver contratto con tutti i figli di Eva un debito di accoglienza che avrebbe pagato con cambiali di lacrime. Accolse nel cuore e nel corpo il verbo di Dio.
Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell’intimo del cuore. A capire, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita.


Preghiera

-          Santa Maria donna del sì prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
-          Santa Maria donna della disponibilità prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
-          Santa Maria donna del cuore libero di fronte a Dio prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
-          Santa Maria donna dell’ascolto della Parola prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
-          Santa Maria donna abitata dallo Spirito santo prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
-          Santa Maria donna del canto di esultanza prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
-          Santa Maria donna del compimento delle Promesse prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
-          Santa Maria donna della fedeltà prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
-          Santa Maria donna del primo passo verso l’altro prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
-          Santa Maria donna del futuro prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen



MARIA: UN CUORE CHE ESULTA E RINGRAZIA

L’esultanza stupefatta e il rendimento di grazie è un altro atteggiamento della preghiera della Vergine che dovrebbe trovare più spazio nella nostra vita. Dice Il miglior modo per domandare nella preghiera è ringraziare: che le nostre domande non siano quasi un rimprovero a Dio che non le esaudisce, ma che siano un ringraziamento per la sovrabbondanza della sua bontà.

Di preghiere della Madonna ne conosciamo una sola, il “Magnificat”: è la preghiera del contemplativo, del discepolo di Gesù, dell’amico di Cristo. Pregare per glorificare Dio, per proclamare la sua gloria e la sua misericordia, per inebriarci della sua beatitudine, per anticipare il cielo.


Dal Vangelo di Luca 1,46-55

In quel tempo, Maria disse:
“L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre”.


Preghiera

Santa Maria, vergine della notte, noi t’imploriamo di starci vicino quando incombe il dolore, e irrompe la prova, e sibila il vento della disperazione, e sovrastano sulla nostra esistenza il cielo nero degli affanni, o il freddo delle delusioni, o l’ala severa della morte.
Liberaci dai brividi delle tenebre.
Nell’ora del nostro Calvario, tu, che hai sperimentato l’eclisse del sole, stendi il tuo manto su di noi, sicché, fasciati dal tuo respiro, ci sia più sopportabile la lunga attesa della libertà.
Alleggerisci con carezze di madre la sofferenza dei malati. Riempi di presenze amiche e discrete il tempo amaro di chi è solo. Spegni i focolai di nostalgia nel cuore dei naviganti, e offri loro la spalla perché vi poggino il capo. Preserva da ogni male i nostri cari che faticano in terre lontane e conforta, col baleno struggente degli occhi, chi ha perso la fiducia nella vita.
Ripeti ancora oggi la canzone del Magnificat, e annuncia straripamenti di giustizia a tutti gli oppressi della terra.
Non ci lasciare soli nella notte a salmodiare le nostre paure. Anzi, se nei momenti dell’oscurità ti metterai vicino a noi e ci sussurrerai che anche tu, vergine dell’Avvento, stai aspettando la luce, le sorgenti del pianto si disseccheranno sul nostro volto. E sveglieremo insieme l’aurora. Amen.


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