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Non hai giocato a fare l'uomo - Michel Quoist

Gesù, senza troppa difficoltà credo che Tu sia Dio. Tuo Padre me lo ha suggerito, ne sono sicuro, poiché ci hai detto che da soli non potevamo crederlo, e lo ringrazio per questo dono meraviglioso che trasforma la mia vita; ma confesso, non è facile per me credere che Tu sia uomo. Non un superuomo: un uomo. Uno vero.
E che non hai giocato a fare l'uomo, mascherato da uomo per fingere di essere come noi, solidale per tutta la nostra vita. È per me la più meravigliosa delle notizie quella che mi colma di riconoscenza e di gioia, quando la contemplo nel mio cuore. Poiché è ai miei occhi la prova più sicura, la più sconvolgente, che ci ami sopra ogni altra cosa, e che questo amore ci è vicino, così vicino da toccarci, da mettere radici in noi.
Perché avresti potuto amare dall'alto, Signore, e mandarci un ambasciatore che Ti rappresentasse, e invece ti sei spostato personalmente. Saresti potuto venire accanto a noi, Tu, Dio, per trascinarci. E noi, uomini, per seguirti.
Ma Tu sei venuto tra di noi, uomo come noi, talmente come noi che siamo diventati fratelli. Fratelli del bimbo che piangeva, beveva il latte di sua madre. Fratelli del fanciullo che imparava a leggere, a pregare. Fratelli dell'uomo che predicava così bene... troppo bene, da morirne fra le torture, offrendo la sua vita per noi.
Nostro fratello Gesù, grazie perché sei venuto tra noi come uomo vero. Amen.
M. Quoist




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