I pensieri

AMORE DI DIO

Il Cuore di Gesù continuamente vi dice: amatemi e fatemi amare!

Dio solo abbiate in mente ed in cuore, ogni giorno, dalla mattina alla sera.

Un'anima amante di Gesù Cristo non si lascia abbattere, né vincere da nessuna difficoltà, perché sempre l'amore è forte come la morte, combatte con essa e non si lascia vincere.

Siamo creati per trasformarci in Dio.
Siamo creati per amare Dio.
Siamo creati per possedere Dio.

Diamoci ad amare Dio, perchè con l'amarlo lo possederemo!

Se il nostro fine è di conoscere Dio, come non deve essere anche quello di amarlo? Poiché non è possibile conoscere la bellezza e non amarla.

Dio ci ama.
Dio è disposto ad amarci per sempre, quantunque noi siamo indegni del suo amore.

Il vostro cuore non è vostro, Iddio lo domanda!

L'amore trae a sé tutte le virtù e non fa sentire le pene della vita.

Il levar del sole ci trovi in atti di amore di Dio ed il suo tramontare a Lui strettamente uniti.

Per riparare al tempo che non abbiamo amato Dio, aumentiamo gli atti di amore verso di Lui.

Dio non aspettò il nostro amore, ma lo prevenne.

Vogliamo accertarci dell'amore di Gesù? Alziamo gli occhi e vediamolo pendente sulla croce.

Vediamo di infervorarci nell'amore del Signore, avendo sempre innanzi agli occhi il Crocifisso.

Un'anima che ama Dio non desidera che di sacrificarsi per Lui ed ogni pena per lei è cara.

 


AMORE VERSO IL PROSSIMO

Carità, carità con tutti: non dimenticate che siete suore per esercitare la carità.

La carità è la regina assisa sul trono dell'umiltà e tutte le altre virtù sono ai suoi lati come tante ancelle.

Figlie mie, facciamo bene per male.
Così ci ha insegnato Gesù Cristo, se vogliamo imitarlo.

Figlie mie, i vostri occhi, i vostri cuori siano semplici, retti ed abbiano a nutrirsi sempre di miele.

Il primo dei vostri doveri è quello di teneramente amare le ammalate, riconoscendo in esse la persona addolorata del nostro Salvatore Gesù Cristo.

La vostra carità sia una bella copia della carità che esercita il nostro Padre celeste.

Non vogliate essere come le pietre miliari che insegnano agli altri la via ed esse se ne stanno ferme, ma sforzatevi ogni giorno di fare dei passi avanti nelle virtù.

Faccia tutto e solo per il Signore, servendolo premurosamente ed umilmente in questi poveri ammalati.

Abbi gusto di servire il tuo divino Sposo nella persona di questi ammalati e avrai un paradiso anticipato.

Carissima figlia, guarda sempre queste giovanette come consegnatele dal tuo divino Sposo ed abbile come una pupilla del suo occhio.

Vadano le nostre comodità e sacrifichiamoci volentieri per corrispondere alla nostra santa vocazione

che è la sola gloria del Signore e la santificazione della anime.

Ti lascio nei SS. Cuori di Gesù, Maria, Giuseppe nei quali spesso vogliamo trovarci.



FIDUCIA NELLA PROVVIDENZA

Abbandonatevi alla Provvidenza con grande fede.

Morire sì, ma offendere il Signore con la diffidenza, no, no, no!

Confidenza in Dio e abbandono completo in Lui che è nostro Padre.

Il Signore aiuta e non abbandona mai chi confida in Lui.

Adoriamo le disposizioni del Signore e ci faremo grandi santi.

Abbi sempre innanzi agli occhi il tuo divino Sposo...

Ti lascio stretta nei SS. Cuori dei nostri Amori.

Il Signore continui a benedirti e ti dia la grazia della santa perseveranza.

Sta' allegra nel Signore e non temere di nulla.

Il Signore tutto può e, quando vuole una cosa, ci dà anche i mezzi per conseguirla.

Stiamo sempre uniti al nostro buon Iddio e ci troveremo contenti in ogni luogo e in ogni occupazione.

Prendi tutto dalle mani del Signore, perché Egli tutto dispone per il meglio.

Il Signore ti benedica e tu confida in Lui che è la Carità stessa.

Confidiamo nel Signore e con la confidenza, ad imitazione del nostro santo padre Gaetano, lo onoreremo nel modo a Lui più caro.

Nelle sue grandi e molte occupazioni pensi che non è sola, ma che è con il suo divino Sposo.



SANTITA’

Tutto sia santo in noi dalla mattina alla sera.

Il Signore ti vuole assai bene, il Signore ti vuole tutta sua, ti vuole santa.

La lascio in compagnia del suo Gesù.

Abbiamo un solo affare da trattare ogni giorno ed è la nostra santificazione.

Prenda le cose come provenienti dal Signore, per la nostra santificazione.

Le virtù non si possono praticare senza che si presentino le occasioni di esercitarle.

Le raccomando la presenza del Signore e di fare spesso tra giorno qualche atto d'amore verso di Lui.

Figlie mie, siate piccole, perché quando si sta basse, Gesù si avvicina con più affetto, Gesù si consola. Piccoline, piccoline, figlie mie!

Cercate l'ultimo posto, figliole, perché ivi troverete Gesù. Lui solo sia testimone dei vostri sacrifici.

Le croci producono frutti meravigliosi ed è onore essere crocifissi con Gesù e per Gesù.

Il Signore la benedica e le dia quella felicità che anche in terra le fa godere un paradiso anticipato.

Il suo trattare con tutti sia umile, dolce, rispettoso.

L'umiltà è il fondamento della perfezione cristiana.



VOLONTA’ DI DIO

Pensiero a Dio, il cuore a Dio, la mano per Iddio!

Paradiso, paradiso... solo lassù troveremo tutto e ameremo per sempre il Signore.

Vedi di camminare sempre alla presenza del tuo divin Sposo e di fare ogni cosa che sia a Lui cara.

Lasciamo fare al Signore! Abbandoniamoci totalmente a Lui!

Preghiamo e stiamo rassegnati a quanto il Signore si degnerà disporre per noi.

Gettiamoci quali strumenti nelle mani della divina Provvidenza che si avvalga di noi a maggiore suo grado.

A corpo morto si getti al divino volere ed avrà la tranquillità dello spirito e niente la turberà.

Preghi per avere lumi di ben conoscere la volontà del Signore.

Faccia il Signore di me quello che vuole, che non domando altro che fiat voluntas tua.

La prova di amare Iddio è quella di patire per suo amore.

Il Signore tutto permette per il nostro bene e vuole anche dal male ricavare il bene per la maggior sua gloria.



PENSIERI VARI

Ti lascio nei SS. Cuori di Gesù, Maria, Giuseppe, dandoti la santa benedizione.

Abbi sempre i tuoi occhi rivolti alla Madonna ed a suo onore fa' atti di perfetta uniformità al suo divin Figlio.

Ricorri con grande confidenza alla nostra Mamma, la Madonna, in ogni tuo bisogno.

Nei tuoi bisogni spirituali abbi sempre per tuo Maestro San Giuseppe.

Continui a confidare in san Giuseppe che non mancherà di proteggerla in ogni bisogno.

Confida nella nostra divina Madre e nel nostro caro padre San Giuseppe.

Io ogni giorno ti avrò presente all'Altare.

Guarda il Santissimo Cuore di Gesù che, aperto, ti invita ad entrarvi, dove troverai lumi e consolazioni celesti.

Vedo che il Signore ti vuole assai bene, dandoti molte occasioni di tesoreggiare per al vita eterna.

Grande umiltà e carità, grande mansuetudine in ogni incontro, e tutto andrà bene.

Ogni felicità il Buon Iddio conceda loro nell'avvicinarsi della feste natalizie ed il novello anno.

Prossimi alla feste pasquali, ve le auguriamo felici e ripiene delle più elette consolazioni nel Signore.

La venuta di Gesù Cristo è una testimonianza dello svisceratissimo amore di Dio verso di noi.

La venuta del divin Redentore è una venuta d'Amore verso di noi, sue creature.

Ti lascio nei SS. Cuori di Gesù, Maria, Giuseppe nei quali spesso vogliamo trovarci.


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Iconografia


E’ bello constatare che la produzione è davvero numerosa e varia ed anche, sorprendentemente, sempre in crescita. Come non pensare che questo possa essere una risposta centuplicata alla sua sete di nascondimento e di umiltà, tanto da non permettere mai di venir fotografato? Contemplando la lunga serie di immagini che ritraggono padre Luigi, la sua figura risulta ben rappresentata nel duplice aspetto di amore verso Dio e verso il prossimo. Possiamo infatti trovare nelle diverse immagini:

  • la profondità contemplativa della sua anima confermata da queste semplici espressioni tratte dalle testimonianze.

- Dio fu sempre al sommo dei suoi pensieri.
- Appariva con il pensiero e con il cuore sempre rivolti a Dio.
- Il suo cuore ardeva d’amore per il Signore.

  • l’eroismo della sua carità feconda e operosa che colmò la sua vita di apostolo infaticabile.
- Tutti coloro che lo avvicinavano ricevevano conforto e coraggio.
- Il Padre non respingeva mai nessuno.
- Dal Cuore di Gesù aveva imparato una generosa apertura del cuore soprattutto verso gli afflitti nello spirito, ai quali sapeva ispirare una piena confidenza.
- Una tenera madre non avrebbe fatto di più per la sua figlia.

Ora, nel Regno di Dio, anche Padre Luigi godrà nel vedersi attorniato da bambini, bambine, malati, suore di ogni razza e lingua, che lo conoscono, lo amano, lo invocano.
Per tutti ha anche oggi una parola, uno sguardo, una carezza… Per tutti, sicuramente, ha una grande benedizione!

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Gallery iconografica

Vignette

Vignette


Vignette da colorare

Vignette da colorare




Dipinti e Mosaici







Statue e Bassorilievi




Vetrate realizzate per la chiesa di Chisinau (Rep. di Moldova)




I Luoghi




Dipinti della pittrice Emma Galli - Gorizia, 1960




Disegni dipinti da Ermes Grazziero per il documentario "GRAFITTI IN UN ORIZZONTE" - 1981










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Grazie


Grazie per intercessione di San Luigi


La Canonizzazione di Padre Luigi è stata decisa dopo l'avvenuto miracolo del 10 ottobre 1996, con la guarigione di Peter Chungu Shitima, giovane sudafricano ammalato di AIDS.
La Congregazione delle Suore della Provvidenza e tutti noi siamo convinti che Padre Luigi abbia elargito altre grazie, in altri posti, ad altre persone e che ancora continui a farlo.
Se siete a conoscenza di grazie ottenute per intercessione di San Luigi scrosoppi, vi invitiamo ad informarci.
Grazie.


  • Il dono di una vita: grazie, San Luigi!
  • Il grano c'è. Sali e vedrai
  • Il segreto di Michele
  • Sarà come voi dite: ma solo un prete mi ha guarito!
  • "Una mano lieve mi toccò"
  • Padre Luigi in aiuto di una mamma
  • Suor Nella non ha dubbi
  • Dacci oggi il nostro pane

Siamo una coppia di Pordenone, Ballancin Giuseppina e Bomben Mauro. Sposi dal settembre 1994, nel gennaio del 1996 ho perso la prima gravidanza in sette settimane e nel 1997 la seconda in sedici settimane. Nel 1999 abbiamo deciso, io e mio marito, di ritentare una terza gravidanza perché la gioia di un bimbo e di essere finalmente una vera famiglia era troppo grande. Ma anche questa volta la situazione si presentava difficile con contrazioni, medicinali e riposo assoluto già dal quarto - quinto mese di gestazione.
Conosciamo da sempre Suor Eugenia S.P., sorella di un mio caro zio. Un giorno, facendole visita, ci venne spontaneo raccontarle la nostra storia. Suor Eugenia ci fece conoscere Padre Luigi e ci esortò a pregarLo assieme a lei perché tutto andasse per il meglio. 
Così fu. Da quel momento Padre Luigi è stato sempre nel mio cuore e nelle mie preghiere soprattutto quando i dolori erano più forti e la paura di perdere nostro figlio era tanta.
Finalmente il 10 agosto 2000 è nato nostro figlio Francesco.
Ora è uno splendido bambino, sano e vivace.
Ringraziamo Padre Luigi per averci dato la serenità e la forza per superare i momenti più difficili.
Ringraziamo Suor Eugenia per averci fatto conoscere Padre Luigi e per aver pregato assieme a noi.
 


Suor Giovanna Cortelazzis è l’anziana l’assistente della madre Lucia De Giorgio ed ha l’incarico di supervisore sull’andamento economico della casa. Siamo negli anni 40 (1840-1849), e, una mattina, sale al granaio. In cucina stanno terminando la farina per la polenta, e bisogna andare presto al mulino per far macinare il grano. Arriva affannata, dopo tre rampe di scala, e resta tristemente sorpresa: il granaio è vuoto, come mai non è stata avvertita dalla sorella che lo ha in custodia?

Non c’è tempo da perdere. Ancora ansante scende in fretta, come glielo permettono le sue vecchie gambe, e si precipita nell’ufficio di padre Luigi: "Padre, padre, non c’è più grano!". Padre Luigi la guarda: è assorto e sembra non capire.

Suor Giovanna ribatte: "Padre…" Padre Luigi le sorride e risponde: "Ma certo, il grano c’è. Sali, vai a prenderlo!". Interdetta suor Giovanna lo guarda e: "No, non c’è proprio, padre!".

E lui: "Sì, c’è, vai a prenderlo!". Suor Giovanna tace. Prevale in lei quell’abitudine all’obbedienza che la guida da sempre nella sua vita. Si volta e rifà la strada di ritorno, solo per ubbidire. Sale di nuovo lungo le tre pesanti rampe. Si ferma per riprendere fiato sul pianerottolo, poi apre la porta. No, non è possibile: i sacchi prima vuoti, sono pieni di grano!

E anche i cesti! Ce n’è tanto, come mai ne ha visto in una sola volta! Un sentimento indefinibile di sgomento, di meraviglia e di gioia le afferra il cuore, e le lacrime scendono silenziose sul suo volto. Una preghiera di ringraziamento e di lode al Signore le prorompe dal cuore. Non sa per quanto tempo.

Quando la commozione si stempera nella pace della preghiera, un pensiero le folgora la mente: - Padre Luigi ha fatto un miracolo!

Ma quella sua sicurezza nel dirle: ‘Sali, il grano c'è’, da dove veniva? Lui, così umile, come poteva presumere che Dio avrebbe fatto quel prodigio?
Non sa darsi risposta: i segreti di Dio nel cuore di un uomo di Dio sono invalicabili: Sì, padre Luigi è un santo, lei lo sa, lo sanno tutti.
Ma ora, è Dio stesso che ne dà conferma.
 



Padre Luigi ha fatto tanti miracoli, in vita e in morte; e ne fa ancora. Ci sono tante relazioni che parlano di guarigioni da malattie del corpo, meno numerose quelle che parlano di guarigioni spirituali. Eppure padre Luigi ne ha ottenute tante anche di queste, in vita e in morte.
Suor Giustina ne ricorda una avvenuta nel 1929 a Gorizia.
Il dottor Michele Tomasi si trova in Casa di cura a Villa S. Giusto, affetto da malattia incurabile.
E’ una persona educata, affabile e rispettosa verso le suore, ma tanto lontana da Dio. Qualche volta la suora infermiera, tra una cura e l’altra, tenta di avviare il discorso sulla bontà di Dio, sulla vita futura; ma inutilmente. Il dottor Michele rifiuta il discorso religioso, egli non sente il bisogno di Dio.
Suor Giustina non sa più che fare, si sente impotente. Vede il paziente aggravarsi, e teme muoia lontano da Dio. Si rivolge allora a padre Luigi, che tante penitenze ha fatto in vita per i peccatori, e gli chiede di ottenere da Dio la salvezza di quell’anima.
Lo prega con una novena intera, poi con una seconda. L’ammalato sembra sempre meno disposto ad avvicinarsi a Dio, ma suor Giustina non dispera e comincia con più fervore una terza novena.
Il settimo giorno, l’ammalato, improvvisamente, chiede il sacerdote. Corre la suora a chiamarlo, lo accompagna dal dottore; ha il cuore pieno di gioia.
Michele riceve il Sacramento della riconciliazione con grande fervore. Poi si assopisce.
La suora continua la sua novena.
L’ultimo giorno, alle 17, il dottor Michele si sveglia: desidera ricevere Gesù Eucaristico e l’Olio degli infermi.
Che cosa ha vissuto in quei due giorni di assopimento? E’ un segreto che ha portato con sé in cielo. Dopo due giorni il Signore lo accoglie presso il suo Regno.
 


Il signor Ludovico Seller è un omone di 64 anni ed è il comandante dei Pompieri di Pola.
È il 1931. Da tempo egli soffre dolori acutissimi allo stomaco che né medici, né medicine riescono a calmare. E’ così che arriva all’Ospedale.
Viene diagnosticata un’ulcera, confermata dalle radiografie.
Non giovando alcuna cura, si decide per l’operazione, ma alla figlia viene detto che potrà avere un mese di vita circa.
Ludovico sta male e non riesce a dormire la notte nonostante i sonniferi somministrati, tanto acuti sono i dolori e frequenti i contorcimenti.
La suora infermiera ha tanta compassione per lui e chiede alle sorelle della comunità di pregare insieme padre Luigi perché lo sollevi.
Quella sera, invece del solito sonnifero, gli fa bere con un po’ d’acqua due fili sottili di un indumento di padre Luigi, e spera. Dopo mezz’ora il malato si addormenta e continua a riposare tranquillamente tutta la notte.
Il giorno dopo non sente più alcun dolore. I medici sono sorpresi, e sospendono l’intervento.
Dopo alcuni giorni, non accusando più alcun dolore, viene dimesso dall’Ospedale. A casa continua a star bene, ma non riesce a convincersi della guarigione, e vuole fare una prova. Va al mercato, acquista un chilogrammo di ‘crauti’ (cavoli conservati sotto sale), li cucina e li mangia tutti con appetito, innaffiandoli con un buon bicchiere di vino. La digestione è buonissima.
Non era certo un uomo molto pio, Ludovico, ma quell’esperienza della grazia di Dio lo ha cambiato. La riconoscenza per padre Luigi fa di lui un propagandista della sua devozione, e quando si trova in osteria con gente che parla male dei preti, dice: "Sarà come voi dite, ma soltanto un prete mi ha guarito!".
 


L’infermiera l’ha appena lasciata. Suor Rosaria ha rifiutato la solita iniezione di morfina, perché il sollievo che le arreca è di così breve durata! Ma i dolori sono lancinanti! Come è ridotta! I piedi sono contorti e rattrappiti, la tubercolosi si è impadronita di tutte le sue membra. Non c’è parte del suo corpo che non sia dolorante e senza aiuto non può più nemmeno muoversi.
È la mattina del 19 aprile 1931. L’acutezza violenta del male le strappa angosciosi gemiti. Allora implora: ‘Padre Luigi, ti prego, dammi un po’ di sollievo!’.
Un istante dopo, sente come un mano leggera passare sulle sue gambe e sui piedi, e, contemporaneamente, un soffio delicato pervade tutte le sue membra.
Ogni dolore scompare e suor Rosaria si trova in piedi.
Con una commozione indicibile, grida alla sorella che si trova nel letto vicino:
‘Sono in piedi, vengo da lei!’.
‘No!’ grida l’altra, che la crede in delirio.
Ma se la trova accanto al letto con le lacrime agli occhi e un’espressione radiosa sul volto. La suora l’afferra per un braccio e suona disperatamente il campanello.
L’infermiera giunge correndo: ‘Che cosa fa?’, esclama, guardando esterrefatta suor Rosaria. Lei mostra le sue braccia e i suoi piedi e mormora: ‘Benedetto Padre Luigi, grazie, grazie!’. Poi volge gli occhi verso i suoi piedi, non più contorti, e continua a muoverli, ancora incredula di quanto avvenuto.
La notizia si sparge, la camera si riempie di suore.
Tutte vogliono vedere, vogliono sapere.

Lei, suor Rosaria, continua a ripetere: ‘Grazie, Padre Luigi’.
 


La signora Maria Bonato di Pavia è angosciata e stanca, non ha più resistenza per lottare.
La trova così una suora infermiera al Policlinico San Matteo.

La povera donna sfoga il suo dolore e sembra invocare un barlume di speranza.

La sua bambina, Pinuccia, è stata ricoverata in ospedale per broncopolmonite e pertosse il mese di maggio di quell’anno 1942, e alla fine del mese l’ha raggiunta il fratellino Giorgio, per lo stesso male. Era preoccupata soprattutto per la bambina tanto gracile e sempre sofferente. Invece, dopo pochi giorni, è Giorgio che è ridotto agli estremi. I professori diagnosticano: leucemia. Il bambino si è aggravato e soffre, e lei, la madre, non ha neppure la forza per pregare.
La suora la guarda con compassione e tenerezza e la esorta a ravvivare la sua fede.

C’è padre Luigi Scrosoppi che potrà intercedere per lei la grazia dal buon Dio. Lo preghi e con lei pregheranno tutte le suore e altre persone ancora. Intanto fa somministrare al bambino, con un sorso d’acqua, una piccola particella di stoffa tratta dagli indumenti del Servo di Dio.
Ecco, la signora Maria si accorge subito che il bambino è sollevato; non riesce a crederci, ma Giorgio chiede del cibo, mentre prima rifiutava qualsiasi nutrimento.
Al controllo, i medici constatano una notevole diminuzione dei globuli bianchi, responsabili di quella malattia. Poi, dopo qualche tempo, arriva la guarigione.
Mamma Maria coi suoi bambini, sani e felici, torna a casa. Appena potrà andrà con loro ad Orzano (UD) sulla tomba del suo benefattore per dirgli: Grazie!
 


Suor Nella è infermiera nell’Ospedale di Pola nel reparto delle malattie infettive.
Il 30 maggio 1942 arriva Fernanda, ricoverata d’urgenza. E’ una bella ragazzina di 11 anni e mezzo, con tanta voglia di vivere.
Ha la febbre alta e i genitori sono molto preoccupati.
Suor Nella non aspetta la diagnosi dei dottori, pensa di affidare subito la bambina a padre Luigi, potente intercessore presso il Medico dei medici.
In realtà la diagnosi non dà molte speranze umane: grave forma di tifo, cui si è aggiunta una grave broncopolmonite e una miocardite tossica.
Fernanda è in continuo delirio. Suor Nella l’assiste premurosamente, incoraggia i genitori a sperare, e lei continua a pregare.
Il 7 giugno il tifo raggiunge la fase acuta. I medici temono il peggio… Invece Fernanda, inspiegabilmente supera la crisi, anche se persiste la grave forma di broncopolmonite, che, purtroppo, lascia poca speranza.
Suor Nella non desiste. Prega così padre Luigi: "Padre venerato, se sei stato tu a salvare Fernanda dal tifo, fa' che domani mattina ogni traccia di broncopolmonite scompaia".

E’ una preghiera un po’ ardita, ma è sicura che padre Luigi capisce e la esaudirà.
La mattina dopo, durante la solita visita, il medico trova la bambina priva di ogni traccia di male.
Mamma Stefania e papà Antonio non riescono a crederci. Guardano suor Nella che, trionfante, sorride.

Sgorga spontanea la loro preghiera riconoscente al Signore che ha salvato la loro bambina, ma non hanno alcun dubbio:è stato padre Luigi ad ottenere il miracolo.
 


Oggi il pane non c’è proprio, anzi manca la farina per fare la polenta.

La suora cuciniera corre da padre Luigi:

"Che cosa devo fare?". "Pazienta, vedrai che la farina arriverà".

La suora parte non troppo convinta, e lui va in chiesa a pregare. Lo chiamano ben presto: in portineria c’è un signore che lo cerca. Padre Luigi sorride. Sa di essere stato esaudito. Trova un benefattore che gli mette in mano un gruzzolo di denaro. Padre Luigi ringrazia.

Non ha ancora consegnato il denaro alle suore, che di nuovo c’è qualcuno che lo vuole.
Ritorna sui suoi passi. Questa volta trova un povero. Si ferma a lungo con lui, poi gli consegna tutto il denaro ricevuto.
In corridoio le suore l’aspettano: sanno del benefattore e sono ansiose di ricevere il denaro. Padre Luigi arriva e le guarda. "Non ho nulla, dice, c’era un povero più povero di noi".

Le suore protestano appena appena, con un fil di voce, "E le orfane?".

"Dio provvederà", risponde il Padre.
La campanella suona di nuovo.
Chi sarà questa volta? Un ricco o un povero?
È il postino che consegna un plico. Padre Luigi lo apre: dentro c’è tanto denaro, che lui non aspettava.
Un nodo di commozione e di riconoscenza gli stringe la gola. Gli ritornano in mente le parole di Gesù:
"Se Dio nutre gli uccelli del cielo e veste i fiori del campo che oggi sono e domani sono gettati nel fuoco, quanto a maggior ragione penserà a voi… Cercate il regno di Dio e fate la sua volontà e tutto il resto vi sarà dato in più".

 
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Miracoli


I miracoli riconosciuti


Due furono le guarigioni riconosciute dalla Chiesa per la beatificazione.

• La prima riguarda Siro Marizzoli di Pavia

Nato il 2 settembre 1942, ad un mese di vita, si ammalò improvvisamente con diagnosi di encefalite gravissima con fenomeni bulbari.
Le crisi, sempre più gravi, si ripetevano insistentemente, tanto che il medico consigliò di portarlo a casa a morire e di predisporre i funerali.
Una suora della Provvidenza invitò la mamma a pregare Padre Luigi perché ne intercedesse la guarigione dal Signore. Il giorno 16 ottobre apparve un notevolissimo miglioramento ed il 23 dello stesso mese il bambino uscì dalla clinica perfettamente guarito.

• Il secondo fatto prodigioso avvenne a Rocco Sartorelli

Rocco nacque a Tesero (TN), il 3 marzo 1915. A otto anni, nel 1923, in seguito a una contusione, fu colpito alla mano sinistra da osteomielite cronica fistolizzata di probabile natura tubercolare. Seguirono tredici anni di malattia, otto interventi chirurgici e una ripetuta proposta di amputazione dell’arto. Ma Rocco e i familiari pregavano fiduciosamente e speravano nell’intercessione di Padre Luigi.
La mattina del 7 agosto 1936, Rocco fu portato in sala operatoria per l’amputazione. Sfasciato, la mano apparve perfettamente guarita, mentre le garze erano ancora intrise di pus.


• La guarigione riconosciuta dalla chiesa per la canonizzazione

Nel 1996, nello Zambia (Africa) avvenne uno straordinario improvviso evento, che la Postulazione della causa sottomise al giudizio della Congregazione delle Cause dei Santi.
Il fatto si riferisce a Peter Chungu Shitima che, nel mese di aprile del 1996, mentre si trovava in Sudafrica a Oudtshoorn, cominciò a soffrire per dolori diffusi e mancanza di forza, prevalentemente negli arti inferiori; inoltre era colpito da inappetenza. Le sue condizioni di giorno in giorno si volgevano al peggio, per cui fu portato in ospedale nel mese di giugno seguente. Fatta la diagnosi, lo si trovò affetto da grave forma di polineurite periferica agli arti inferiori, congiunta a contagio da HIV (Virus di immunodeficienza). I medici curanti consigliarono di mandarlo a morire in famiglia, in Zambia, avendo giudicato la malattia ormai in fase terminale.
La comunità cattolica della città di Oudtshoorn, la famiglia e lo stesso malato cominciarono a chiedere con molte preghiere la grazia della guarigione a Dio, per l'intercessione del beato Luigi Scrosoppi.
Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre del 1996, padre Luigi comparve in sogno a Peter Chungu Shitima e gli preannunciò la guarigione.
Al mattino il malato affermò di non avere più dolori. Così, di nuovo e senza difficoltà, cominciò a camminare e a mangiare.
In breve riprese le forze e poté ritornare alle normali occupazioni presso la Comunità dei Padri dell'Oratorio di Oudtshoorn di cui faceva parte. 

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