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Santo votato alla Provvidenza

La Provvidenza è la compagna fedele di san Luigi, il suo riferimento ultimo e sicuro.

Mentre era in vita il fratello Carlo, amatissimo e stimatissimo, don Luigi operava nell’ombra, efficiente nella conduzione della casa, vero animatore sociale e spirituale del gruppo di donne che si erano raccolte attorno all’opera come volontarie.

Nel 1854 muore il fratello Carlo e padre Luigi deve accollarsi tutta la responsabilità della Casa e prende decisamente la guida delle Suore della Provvidenza.

Erano stati anni duri quelli sotto lo sperone napoleonico, oppressore e confiscatore di beni ecclesiastici; amari anche quelli sotto l’Austria, che praticava un "giuseppinismo" che limitava non poco l’azione della Chiesa; avversi furono anche quelli risorgimentali italiani, dopo il 1866, contrassegnati da liberalismo, anticlericalismo spinto e massoneria. Non era facile governare la Casa, non era semplice provvedere a tante bocche, era impegnativo salvaguardare la libertà educativa e religiosa.

La Casa viveva di carità, anche quando fu proibito di andare a raccoglierla per strade e paesi. C’erano momenti in cui le Suore della cucina si disperavano per la mancanza di materia prima, persino della farina per la polenta. Don Luigi le rassicurava, andava in chiesa a pregare san Gaetano e gli altri suoi santi e, poi, mandava la suora a prendere la farina, dove prima non c’era. Ma ora, miracolosamente, c’era e... per tutti.                                         Non uno, ma più episodi raccontati dalle suore fanno capire il rapporto privilegiato del santo con la Provvidenza.

L'oratorio di San Filippo Neri a Udine

L'oratorio di San Filippo si trovava nel cuore di Udine e aveva annessa la chiesa di S. Maria Maddalena. L’uno e l’altra nell’ottocento furono sottoposti a traversie di ogni genere: soppresso da Napoleone, che giunse in Friuli nel 1797 per ritornarvi dopo una breve parentesi austroungarica, vennero confiscati e l’uno e l’altra dagli italiani, dopo l’arrivo in Friuli nel 1866. Di essi non rimane traccia oggi, al loro posto fu costruita la Posta centrale, dopo che la chiesa era stata ridotta a palestra e dopo che tutte le suppellettili, perfino gli altari, erano state messe all’asta.L’Oratorio fu una postazione spirituale e culturale importante per Udine; vi operarono sacerdoti di grande cultura che ne fecero un centro di grande richiamo spirituale. Le varie soppressioni e confische riuscirono a spegnerlo. A nulla valsero per la sua ricostituzione né la determinazione di padre Carlo e neppure la cocciutaggine di padre Luigi, che a 42 anni, sull’esempio del fratello maggiore, divenne anch’egli filippino. Dopo la morte di Carlo, san Luigi fece l’impossibile per ridare vita all’Oratorio, vendette anche tutto il patrimonio di famiglia per riuscire nell’intento, ma il governo italiano lo sfrattò e confiscò ogni bene, costringendolo a domandare alloggio alle Suore della Provvidenza.

L’Oratorio fu una delle poche iniziative che il santo non riuscì a concretizzare.

Santo friulano dopo 1200 anni

San Luigi Scrosoppi è il primo santo friulano dopo 1200 anni. L’ultimo fu il santo patriarca Paolino di Aquileia, morto nell’802. San Luigi è anche il primo santo della famiglia filippina, dopo san Filippo Neri.

Fondatore delle Suore della Provvidenza, Luigi Scrosoppi ha attraversato da protagonista tutto l’800.

Nato a Udine nel 1804, terzo di tre fratelli viventi, fu il terzo sacerdote della famiglia. Carlo, il primo, nato dal primo matrimonio della mamma Antonia Lazzarini con Francesco Filaferro morto esule a Klagenfurt, dopo essere entrato in seminario, si fa filippino. Giovanni Battista, nato dal matrimonio con Domenico Scrosoppi, un orefice udinese, entra anch’egli in seminario e si fa sacerdote diocesano.

Luigi segue le orme dei fratelli ed entra nel seminario di Udine, compie con grande diligenza e profitto tutto il curriculum degli studi, avvalendosi di ottimi insegnanti. Viene consacrato nel duomo di Udine il 31 marzo 1827.

Dapprima celebra e predica presso la chiesa di S. Maria Maddalena annessa all’Oratorio filippino del fratello Carlo. La sua prima predica è sull’umiltà, la seconda sulla Misericordia di Dio, la terza sull’ingresso delle anime giuste in Paradiso.

Laici

Fin dalle origini le Suore della Provvidenza, hanno lavorato in collaborazione con laici "di buona volontà", coinvolti nei progetti di accoglienza e di educazione, di assistenza, di cura, di istruzione e di formazione cristiana.

Oggi, per la maggior presa di coscienza del ruolo del laicato nella Chiesa e per una accresciuta sensibilità del mondo civile verso le fasce più deboli della società, tale collaborazione assume proporzioni ancora più significative e determinanti, in relazione alla espansione e alla continuità delle opere di carità.

In nome della solidarietà, uno dei principi cardini della Congregazione, sono sorti vari gruppi spontanei e/o organizzati che, sull'esempio di padre Luigi, e insieme alle suore, offrono la loro collaborazione nel servizio ai più bisognosi.

Molti, poi, animati a seguire l'esmpio di san Luigi nella vita della carità, si sentono parte di una più ampia famiglia: LA FAMIGLIA DELLA PROVVIDENZA.

Attività

Ogni opera di bene, ogni iniziativa deve essere attuata con competenza e proprietà. Non è forse questo il modo più realistico di dare una mano alla Provvidenza, mettendo a frutto i propri talenti e lavorando per il prossimo con intelligenza e cuore?

Lo stile che padre Luigi ha trasmesso alla suore è, dunque, fatto di responsabilità, di coraggio, di tenerezza, di fiducia e di gioia; richiede la generosità della maternità e l'umiltà di chi aspetta dal cielo ogni dono di vita.

E' un respiro che interessa tutta la persona nelle sue relazioni, nel lavoro e negli impegni semplici e complessi, lieti o dolorosi di ogni giorno.

E' una via sicura che dà forma concreta ai sogni e alla speranza.

E' il modo semplice attraverso cui la quotidianità si arricchisce del suo senso spirituale e la profezia acquista la concretezza dell'umano.

E' la spiritualità dell'Incarnazione.

La Congregazione, perciò, fedele allo scopo per cui è stata fondata, manifesta tale spiritualità nei seguenti servizi:

- l’accoglienza e l'educazione dell’infanzia (case famiglia, boarding, centri nutrizionali, scuole) 
- l’educazione della gioventù, specialmente la più bisognosa (laboratori di vario tipo, scuole)
- il servizio agli ammalati e agli anziani (ospedali, case di riposo, dispensari) 
- la collaborazione al ministero pastorale e all’azione missionaria della Chiesa (catechesi, formazione cristiana) 


Attua le sue opere in diversi Paesi nel mondo:

- Europa (Italia, Moldavia, Romania)
- Africa (Benin, Costa d'Avorio, Sud Africa, Togo)
- America Latina (Argentina, Bolivia, Brasile, Uruguay)
- Asia (India, Myanmar, Thailandia)


Spiritualità

La spiritualità delle Suore della Provvidenza ha le sue radici nel Vangelo e si esprime in alcuni atteggiamenti che ne caratterizzano la vita e la missione.

Gesù è il centro della loro vita ed è amato e imitato nell'umiltà e nella povertà della sua incarnazione a Betlemme, nella semplicità della vita laboriosa di Nazareth, nella completa immolazione della croce sul Calvario, nel silenzio dell'Eucaristia.

Gesù ha detto: "Qualunque cosa avete fatto ad uno dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatta a me":  per questo le Suore sono chiamate a dedicare la vita e a servire per amore gli umili, i poveri, i sofferenti. La pratica della carità cristiana richiede, infatti, un atteggiamento di fede concreta. Esige totalità di amore e coerenza: "Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in più". E' questo un invito a lavorare con fiducia e gioia e a spendersi con coraggio per amore del prossimo, sicuri che Dio provvederà ai nostri bisogni. E' il Padre celeste, infatti, che guida le sorti di ogni creatura sulla terra, Egli "che ha cura degli uccelli dell'aria e veste i gigli del campo".

Il Fondatore passa lunghe ore in preghiera, di giorno e di notte. Affida al Signore ogni piccolo seme gettato e attende fiducioso l'opera di Dio.

Insegna alle suore: "La Provvidenza di Dio è l'unica sorgente dell'esistenza di questo Istituto. Voi, in questa casa, dovete considerarvi come figlie della Provvidenza, che è vostra Madre e si prende cura di voi in ogni momento, sia nella buona salute che nella malattia, abbandonatevi sempre e completamente ad essa". Delinea così uno stile di vita semplice ed essenziale e propone un atteggiamento costante di abbandono fiducioso alla Provvidenza. Un abbandono come quello del "bambino nelle braccia della propria madre, senz'altro pensiero che di piacere a Dio solo, fino al sacrificio della propria vita".

San Gaetano da Thiene, il santo della Provvidenza, diventa pertanto il patrono invocato con fede dal Fondatore e dalle suore e l'esempio di totale fiducia in Dio: egli ha dato i suoi beni e speso tutta la vita per gli incurabili e i poveri, confidando solo nella Provvidenza.

Le suore invocano spesso anche l'intercessione di San Giuseppe, considerato il primo economo di ogni casa della Provvidenza e la guida sicura nel cammino verso Dio.

La confidente più vicina al cuore di ogni suora è sempre Maria. A lei, nostra tenera madre, premurosa verso i suoi figli, le suore chiedono aiuto in tutti i bisogni. La imitano nella vita di fede, di obbedienza, di semplicità e di laboriosità.

A lei, Madre della Provvidenza e umile collaboratrice all'opera di Dio, si affidano con profonda devozione filiale.

Cenni storici

Padre Luigi e le prime Suore della Provvidenza hanno vissuto un tempo molto travagliato; durante il 1800, infatti, il Friuli fu tormentato da cambiamenti sociali e politici e da notevoli rivolgimenti culturali.

Nei primi 70 anni di questo secolo il Friuli venne colpito da ben sette guerre che seminarono carestie ed epidemie come il tifo, la peste, il colera, il vaiolo e la TBC, malattie che causarono ovunque miseria e morte.

Padre Luigi appartiene a questa terra, a questa gente, a questa storia e coglie i segni di una società martoriata, scegliendo di spendersi interamente per la carità.

Intraprende varie iniziative, in particolare si dedica alla promozione della donna; accoglie e dà riparo a numerose bambine bisognose, povere e/o orfane, offre loro una casa e cura con particolare attenzione la loro educazione e istruzione; prepara molte giovani sul piano umano e professionale, affinchè possano condurre una vita dignitosa.

E' presente con la sua generosità nelle emergenze della città: feriti durante le guerre, malati abbandonati e bisognosi. Tali emergenze determineranno, poi, ulteriori ambiti di servizio delle sue Suore.

Inoltre non tralascia di aiutare altre opere che nascono in città per il bene fisico e morale della popolazione.

Tutto ciò, avvalendosi della collaborazione di alcune giovani donne che istruisce e prepara come maestre e infermiere. Saranno queste le future Suore della Provvidenza, che consentono all'opera di carità da lui iniziata di espandersi e continuare nel tempo.

Oggi le figlie di San Luigi operano in diverse parti del mondo e dedicandosi ai poveri con amore e genersità, sulle orme del Fondatore.

Chi siamo

Gli umili inizi dell'Istituto delle Suore della Provvidenza risalgono al 01 febbraio 1837, giorno in cui viene inaugurata a Udine la Casa delle Derelitte e le prime nove maestre decidono di dedicarsi a tempo pieno all'accoglienza e all'educazione delle bambine più povere della città.
La cerimonia privata delle promesse di consacrazione al Signore del primo gruppo di giovani suore ha luogo a Udine nella Notte di Natale del 1845.
Il Fondatore Luigi Scrosoppi, dell'Oratorio di San Filippo Neri, è un santo umile, ricco di profonda vita interiore e di generosa bontà, dotato di sano realismo e di quella tenacia che non si abbatte mai, anzi nelle prove acquista nuovo vigore. Lavora con zelo instancabile per il bene dei poveri e si affida totalmente alla divina Provvidenza che accompagna sempre la sua vita e quella della Famiglia religiosa da lui fondata: le Suore della Provvidenza.
L’Istituto, posto sotto la protezione di San Gaetano da Thiene, è di diritto pontificio ed è stato riconosciuto con Decreto di Lode dalla Santa Sede nel 1862.
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